I nuovi voucher sono sul mercato da oggi. Il libretto di famiglia (Lf) e il contratto di prestazione occasionale (Cpo) sono le due formule, rivolte rispettivamente a famiglie e imprese, approvate dal governo per il pagamento dei lavori occasionali. Dalle pulizie al giardinaggio, dalle ripetizioni alle manutenzioni, a forme di lavoro professionale o nelle associazioni. Lf e Cpo sostituiscono i vecchi voucher, cancellati a metà marzo per disinnescare il referendum promosso dalla Cgil. Nell'intenzione dell'esecutivo Gentiloni, la riorganizzazione dei buoni lavoro dovrebbe frenare gli abusi nell'uso dei voucher. Lo scorso anno ne erano stati erogati 145,3 milioni, di cui circa la metà sono stati spesi in edilizia.
Chi può comprare i voucher?
Le famiglie possono usare il libretto a loro dedicato per pagare lavori come le pulizie domestiche, le ripetizioni scolastiche, il giardinaggio o piccole manutenzioni. Il compenso minimo è di 10 euro all'ora, che diventano 8 al netto dei contributi.
Le imprese che hanno accesso al contratto di prestazione occasionale sono le micro: non possono avere più di cinque dipendenti e tutti devono essere assunti a tempo indeterminato. Il contratto riguarda professionisti, lavoratori autonomi, associazioni, fondazioni, imprese. Anche le aziende agricole e la stessa pubblica amministrazione possono farvi ricorso.
Il costo orario è diverso da quello dei collaboratori famigliari: per quattro ore la paga base è di 36 euro. Dalla quinta in poi, il costo orario è di 9 euro. Le quattro ore però sono un blocco unico al di sotto delle quali non si può andare. Se si attiva un cpo per tre ore di lavoro, se ne pagheranno comunque quattro. In agricoltura il compenso orario è inferiore e diviso in tre fasce (come da contratto nazionale): 7,57 euro; 6,94 euro; 6,52 euro.
Ci sono dei limiti, però**. Le imprese dell'edilizia e del settore minerario e lapideo non possono** pagare in voucher. Il Cpo è vietato anche per chi ha vinto un appalto, sia di opere sia di servizi. Ogni datore di lavoro può spendere in voucher, tra tutti i collaboratori che paga con questa soluzione, fino a un massimo di 5.000 euro in un anno. Inoltre non si può pagare con Cpo un lavoratore che fino a sei mesi prima ha avuto un contratto con la stessa azienda.
Cosa ottiene il lavoratore?
Il voucher assicura l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e il versamento dei contributi previdenziali nella gestione separata. Il lavoratore ha diritto a un riposo giornaliero e alle pause in settimana. Il lavoratore ha due limiti nelle mansioni pagare con voucher.
Il primo è un tetto agli introiti. Può guadagnare in un anno al massimo cinquemila euro attraverso lo strumento del voucher. Da ciascun datore di lavoro può ricevere fino a 2.500 euro in dodici mesi. Questi redditi non sono tassati ai fini Irpef, ma contribuiscono al calcolo del reddito necessario per ottenere o rinnovare il permesso di soggiorno e non modificano lo status di disoccupato. Il secondo limite è orario: un lavoratore può svolgere al massimo 280 ore in regime di voucher in un anno.
Cosa deve fare il datore di lavoro
Che sia una famiglia o un impresa, chi paga in voucher da oggi deve iscriversi sul sito dell'Inps o attraverso il call center dell'istituto previdenziale. Bisogna quindi avere a portata di mano il codice pin dell'Inps o le credenziali di Spid o Cns. Entro fine luglio anche i patronati potrebbero svolgere le pratiche come intermediari.
Non si userà più il buono cartaceo che si comprava in tabaccheria. Il datore di lavoro verserà con un F24 una somma nelle casse dell'Inps e avrà un conto da cui provvederà a pagare le prestazioni entro il giorno 15 del mese successivo. Quindi, se emetto un voucher per delle ripetizioni ad aprile, ho tempo fino al 15 maggio per saldare il conto. Di fatto, quindi, Inps terrà le fila dei flussi di informazioni sulle prestazioni, che devono essere comunicate dal datore di lavoro all'istituto, e dei relativi pagamenti. Le famiglie possono alimentare il conto con versamenti pari alla somma minima del voucher, quindi 10 euro o multipli (20 euro, 30 euro, 40 euro ecc.).
L'avviso della prestazione deve avvenire in tempi prestabiliti. Per le famiglie sono più morbidi e c'è tempo fino al giorno 3 del mese successivo. Le aziende hanno tempo fino a un'ora dall'inizio. Al momento della comunicazioni bisogna specificare i dati del lavoratore, l'importo del compenso, luogo, giorno e ora della prestazione, l'ambito di lavoro.
Se la famiglia paga in voucher una baby sitter, potrà adoperare il bonus baby sitting. Da gennaio dell'anno prossimo il bonus sarà erogato direttamente come libretto famiglia, ma l'Inps deve ancora definire le istruzioni specifiche a riguardo.
Cosa deve fare il lavoratore
Anche il lavoratore è tenuto a registrarsi sul sito dell'Inps. In quel momento dovrà dichiarare all'istituto in quale modo preferisce ricevere il pagamento: sul conto corrente, dichiarando l'iban; su una carta di credito, su un libretto postale o con un bonifico a domicilio (per il quale è prevista una trattenuta di 2,6 euro a carico del lavoratore). Il pagamento avviene entro il giorno 15 del mese successivo. Come comparirà sul conto corrente? Ci sono due causali: Lifa per chi ha lavorato per una famiglia, Cloc per chi ha prestato servizio in un'azienda.
Quando il datore di lavoro comunica all'Inps la prestazione, il lavoratore riceve una notifica via sms o via email. L'azienda ha tempo fino a tre giorni successivi a quello della prestazione per revocare la notifica.
Sanzioni
Il datore di lavoro che impiega un addetto per più di 2.500 euro o 280 ore all'anno, sarà tenuto a stabilizzarlo con un contratto a tempo indeterminato. Le mancate comunicazioni all'Inps sono sanzionate con multe da 500 euro a 2.500 euro per ogni prestazione dimenticata.