Economia

Landini: "Bene governo sui voucher, ma ora si pensi agli appalti"

Il segretario della Fiom al videoforum di Repubblica, con Massimo Giannini. Dalla spaccatura della sinistra all'equità fiscale. L'abrogazione dei buoni lavoro è importante, ma conta di più riportare al centro la dignità delle persone, ricostruire i diritti: "Il Jobs Act non solo non è di sinistra, ma è la cosa peggiore che si sia fatta in Italia"

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ROMA - Soddisfazione per la decisione di governo e maggioranza di abolire le norme sui voucher, senza aspettare il referendum, ma la partita non si chiude qui: "Se è così è un buon risultato - dice al videoforum di Repubblica il segretario della Fiom Cgil Maurizio Landini, intervistato da Massimo Giannini - ma c'è anche il problema degli appalti che riguarda milioni di persone, molte di più dei voucher. E se la Guardia di Finanza denuncia la corruzione negli appalti, questa è una ragione in più per sostenere che anche quella legge è sbagliata, e va abrogata. Perché non è vero che le imprese non investono in Italia perché c'è la corruzione, invece è perché negli appalti c'è spesso il controllo della malavita".

Il referendum sugli appalti non è dunque assolutamente secondario per il segretario dei metalmeccanici della Cgil. La questione è anzi più generale, e coinvolge anche le profonde spaccature del Pd e della sinistra europea: "Penso che sia importante che i problemi generali del lavoro tornino al centro della politica. Il Jobs Act non solo non è di sinistra, ma è la cosa peggiore che si sia fatta in Italia, la legge attuale dice che se un imprenditore licenzia ingiustamente non può essere obbligato a riassumere. Se la socialdemocrazia fa le stesse cose della destra è chiaro che si ammazza con le sue mani. Altrimenti che cosa cambia per un precario che vota a sinistra: se Renzi dice che abrogare l'articolo 18 è la cosa più di sinistra che abbia fatto dice una scemenza totale".
 

Landini: ''Renzi dice una scemenza quando definisce di sinistra cancellare l'art.18''

E dunque per evitare la polverizzazione della sinistra, secondo Landini, "bisogna ricostruire la fiducia", e per farlo "bisogna che chi fa politica viva come la gente normale e sia in grado di far fronte ai problemi normali". "Io percepisco una domanda di unità - osserva - ma penso anche che sia importante che le ragioni del lavoro tornino al centro della discussione, perché la sinistra ha smesso di rappresentare le persone che lavorano, o i disoccupati. Negli ultimi anni invece ha scelto di rappresentare la finanza, le logiche del profitto". E ha smesso anche di discutere: "Renzi in una certa fase si era montato un po' la testa, dopo le europee pensava che con quel 40% avrebbe potuto fare quello che voleva. Se uno vuole governare il Paese non può pensare che da solo si fa tutto, oggi c'è bisogno di alleanze".

Il contributo della Cgil in questa direzione, ricorda Landini, è una proposta di legge depositata in  Parlamento per riformare globalmente il diritto del lavoro, riportando la legislazione al dettato costituzionale. "Chiediamo un sistema che valorizzi la dignità delle persone. Occorre un confronto vero, anche sulle pensioni e sugli ammortizzatori sociali. Oggi a un imprenditore costa meno licenziare che ricorrere agli ammortizzatori sociali: è una follia. In una nuova normativa sul lavoro poi può anche esserci posto per il lavoro occasionale e saltuario: il problema dei voucher è che venivano utilizzati per coprire il lavoro nero o per privare dei diritti lavoratori che avrebbero dovuto essre assunti con un contratto part-time, o a tempo determinato, o interinale", dice Landini, che non si fa smontare dalle critiche degli ascoltatori. "Per il lavoro domestico non occasionale c'è il part-time verticale, o orizzontale: - ribatte - se una persona lavora anche per poche ore ma per tutto l'anno per lo stesso datore di lavoro, non può essere pagata con i voucher".
 

Voucher, Landini: "Governo vuole abolirli? Bene, ma continueremo lotta sul Jobs Act"

La discussione tocca anche la politica fiscale: bene tagliare il cuneo, dice Landini, purché non significhi tagliare i contributi dei lavoratori per far risparmiare il datore di lavoro. E soprattutto, in Italia si pone un problema di equità: "Bisogna reintrodurre nel nostro Paese il principio della progressivitià, chi ha di più va tassato di più, e quei soldi vanno reinvestiti. Bisogna pensare anche a una tassazione sulle rendite finanziarie dei grandi patrimoni. Io trovo assurda la flat tax per chi vuole la residenza in Italia: significa che chi ha tanti soldi può anche decidere quante tasse paga, mentre il lavoratore dipendente ha una tassazione che supera il 30, il 40 per cento".